martedì 3 maggio 2011

PAROLE CHIAVE

Commercio:
L’Europa medioevale fu l’erede del sistema monetario riorganizzato dalla monarchia di Costantino. L’unità fondamentale del'impero di Costantino era costituita da una moneta di oro massiccio, il “soldo” che conteneva, in teoria, 4,48 grammi di metallo puro. Si utilizzavano anche dei sottomultipli delle monete d’oro: il mezzo soldo o il terzo di soldo

Bene rifugio:
La storia dell’oro è lunga decine di secoli. Eppure ancora oggi investire nell’oro rappresenta una via certa, in grado di fornire al risparmiatore sicurezza e stabilità. Mentre il potere di acquisto di moltissime valute è diminuito nel corso dell’ultimo secolo, quello dell’oro è rimasto stabile e poco sensibile alle fluttuazioni internazionali e agli scossoni dovuti ad assestamenti geo-politici. Insomma, l’oro  secondo molti economisti  protegge gli investimenti fatti nel lungo periodo, superando indenne sia periodi di elevata inflazione che deflazionistici.

Gioielli: 
 L’uomo ha sempre ornato il proprio corpo con monili già dall’età della pietra, ma l’uso dell’oro come metallo adoperato per forgiare i monili viene fatto risalire al 2500 a.C. con il ritrovo in Mesopotamia di rudimentali gioielli in oro. Tuttavia anche in India nello stesso periodo abbiamo fiorenti civiltà che imparano ad adornarsi con pettorali in oro in quanto le religioni idolatriche ne attribuiscono un valore di forza e ricchezza. In Europa i primi popoli ad utilizzare l’oro sono gli Etruschi che insieme ai Greci, loro intermediari con il mondo mediorientale, danno vita ad una interessante scuola orafa che ancor oggi influenza notevolmente alcuni stili di gioielli. Tuttavia dopo la caduta dell’impero Romano l’uso dell’oro come metallo per realizzare gioielli viene a scomparire per tutto il medioevo per rinascere alla corte dei Medici durante il periodo rinascimentale visto come culmine dell’espressione artistica del 1400. Tuttavia il periodo di massimo fulgore per l’espansione del gioiello arriva con la rivoluzione industriale dell ‘800 sia in Francia che in Inghilterra in quanto vengono realizzate nuove tecniche di lavoro che abbassano i costi di produzione e li rendono più appetibili alle persone, ma anche perché nasce la nuova borghesia che vede nel gioiello un nuovo status sociale. Verso la fine del 1800 in Italia cominciano a svilupparsi piccole aziende che si trasformano da artigiani orafi a produttori qualificati per arrivare ai giorni nostri in cui la maggior parte dei gioielli prodotti, sono realizzati in Italia mantenendo elevati standard qualitativi che riprendono le migliori tradizioni orafe rinascimentali.La rivoluzione francese e quella industriale dell'Ottocento portarono in Europa un benessere generale. Nella società si formano nuovi ceti borghesi e il gioiello diventa il vestito importante per questi nuovi gruppi sociali. Gli artigiani orafi sviluppano nuove tecniche per una produzione più vasta di orecchini e spille utilizzando piccole presse a pedale. Sia in Francia che in Inghilterra saranno realizzate le prime macchine per la produzione di catene in oro, mentre in Germania ed in Italia questo tipo di produzione avverrà solo due secoli dopo. L’Italia vanta primati nell’arte orafa: dal design alla produzione fino all’esportazione. La qualità, la tradizione e la professionalità di quest’antica arte, ha dato all’Italia il primato d’acquisto di gioielli in oro.


Colonizzazione:
Dal XIX secolo il colonialismo moderno si è volto allo sfruttamento delle risorse dei paesi colonizzati. La penetrazione coloniale nell’entroterra africano è avvenuta solitamente dopo spedizioni esplorative, che hanno dato idea delle risorse dei vasti territori. In seguito a ciò, le potenze europee decidono di impossessarsi dei territori africani per avere fonti di risorse prime, nonché avere importanti basi commerciali. Talora è importante anche l’idea di avere dominio su vasti territori dove poter inviare molti cittadini della madrepatria (che così si libera di una parte eccedente della propria numerosa popolazione). Inizia allora l’espansione coloniale, che raggiunge il suo apice nella seconda metà dell’Ottocento.

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