venerdì 27 maggio 2011

CITAZIONI LETTERARIE

1 - All'oro è dedicato uno dei racconti de "Il sistema periodico" di Primo Levi, esso narra un racconto sulla sua prigionia da partigiano.







 Copertina del libro: "Il sistema periodico" (1975) di Primo Levi (1919-1987).


2 - In Romeo e Giulietta (atto quinto, scena prima, Romeo dallo speziale) viene citato l'oro come "veleno dell'anima".  Romeo compra il veleno dallo Speziale e lo paga con dell'oro commentando così:

" Eccoti l'oro - è un veleno peggiore del tuo per le anime degli uomini, fa più delitti, in questo mondo spregevole, dei poveri intrugli che ti vietano di vendere. Sono stato io a venderti del veleno, non tu. Addio.
Comprati da mangiare e metti su un po' di carne. "





 Copertina del libro: "Romeo e Giulietta" (1594-1596) di William Shakespeare (1564-1616).



3 -  Nell'Enrico IV, parte II (atto quarto, scena quinta, Principe Enrico al capezzale di Enrico IV) di William Shakespeare, l'oro viene figurato nuovamente come vile tentatore. Il re d'Inghilterra e il figlio Enrico IV hanno una discussione dopo un malinteso. Enrico, credendo che il padre fosse morto, gli prende la corona d'oro e il padre, non appena ripreso dal sonno, si confessa dicendogli:

" La tua vita rivelava che non mi amavi, e tu vuoi che io muoia divenutone certo.
Nascondi mille pugnali nei pensieri, affilati sulla pietra del tuo cuore, per ferirmi mezz'ora prima della morte.
Come! Non puoi concedermi mezz'ora?
Allora vattene, scava tu stesso la mia tomba e ordina alle campane allegre di cantarti all'orecchio la tua incoronazione, non la mia morte."


il figlio rimedia al malinteso dicendo:
 
" Venendo a visitarvi, pensandovi morto, io stesso quasi morto, maestà, a tale pensiero, ho parlato a questa corona come se mi potesse intendere, e così l'ho rimproverata: "Le ansie a te congiunte si sono nutrite del corpo di mio padre.
Pertanto tu, oro dei migliori, sei il peggiore degli ori.
Altri ori, meno fini per carati, sono più preziosi, perché come farmaci potabili preservano la vita, ma tu, il più fine, il più onorato e noto, hai consumato chi ti portava
""


Copertina del libro: "Enrico IV- I e II parte" (1588-1592) di William Shakespeare (1564-1616).



William Shakespeare (1564-1616).

domenica 8 maggio 2011

LE MONETE D'ORO ITALIANE

IL FIORINO:



Il fiorino è una moneta d'oro di 3,54 grammi a 24 carati coniata per la prima volta nel 1252 a Firenze.
Nel XIII secolo e fino al rinascimento il fiorino, grazie alla crescente potenza bancaria di Firenze, divenne la moneta di scambio preferita in Europa, una sorta di dollaro dell'epoca. Il fiorino fu una delle prime monete d'oro a venire coniata dopo la caduta dell'Impero Romano in Italia. L'utilizzo dell'oro nella monetazione europea fu resa possibile dalla ripresa dei commerci con il nordafrica da cui arrivava la maggioranza dell'oro utilizzato per le monete e il commercio.

















IL GENOVINO:



Il Genovino fu emesso a Genova per la prima volta nel 1252, poco prima dell'emissione della moneta fiorentina. La moneta fu emessa fino al 1415. Accanto al genovino furono emesse anche monete equivalenti al suo ottavo (ottavino) ed al suo quarto (quartarola).
Il peso era di circa 3,5 grammi e anche per essa l'indice di purezza era di 24 carati. Aveva un diametro era di 20 mm.
















LO ZECCHINO:



Lo zecchino era una moneta d'oro veneziana con lo stesso peso e titolo del fiorino. Venne emessa nella Repubblica di Venezia dal 1284.  Il nome, usato dal XVI secolo in sostituzione del precedente ducato  deriva da zecca, la struttura incaricata della sua emissione. Con il doge Francesco Venier (1554 – 1559) la moneta si chiamò, per la prima volta, zecchino anche pubblicamente. Furono emesse sia frazioni da mezzo e da un quarto di zecchino, che multipli da 2, 3, 10, 12, 100 zecchini. Il dritto mostrava il doge inginocchiato davanti alla chiesa veneziana di San Marco, il rovescio l'immagine di Cristo. Il contenuto in oro dello Zecchino veneto varia leggermente a seconda del periodo ma era pari a 3,494-3,559 grammi d'oro praticamente puro (997‰) corrispondente a 24 carati.





martedì 3 maggio 2011

ABBECEDARIO

A: Anello

B: Banca

C: Carato

D: Disco

E:
Estrazione

F:
Fiorino

G: Giacimento

I:
Investimento

L:
Lingotto

M:
Medaglia

N: Numismatica

O: Ornamento

P: Pepita

Q: Quotazione

R:
Raffinazione

S: Spillare

T:
Titolo

U: Utensile

V:
Valore
 
Z: Zecchino

PAROLE CHIAVE

Commercio:
L’Europa medioevale fu l’erede del sistema monetario riorganizzato dalla monarchia di Costantino. L’unità fondamentale del'impero di Costantino era costituita da una moneta di oro massiccio, il “soldo” che conteneva, in teoria, 4,48 grammi di metallo puro. Si utilizzavano anche dei sottomultipli delle monete d’oro: il mezzo soldo o il terzo di soldo

Bene rifugio:
La storia dell’oro è lunga decine di secoli. Eppure ancora oggi investire nell’oro rappresenta una via certa, in grado di fornire al risparmiatore sicurezza e stabilità. Mentre il potere di acquisto di moltissime valute è diminuito nel corso dell’ultimo secolo, quello dell’oro è rimasto stabile e poco sensibile alle fluttuazioni internazionali e agli scossoni dovuti ad assestamenti geo-politici. Insomma, l’oro  secondo molti economisti  protegge gli investimenti fatti nel lungo periodo, superando indenne sia periodi di elevata inflazione che deflazionistici.

Gioielli: 
 L’uomo ha sempre ornato il proprio corpo con monili già dall’età della pietra, ma l’uso dell’oro come metallo adoperato per forgiare i monili viene fatto risalire al 2500 a.C. con il ritrovo in Mesopotamia di rudimentali gioielli in oro. Tuttavia anche in India nello stesso periodo abbiamo fiorenti civiltà che imparano ad adornarsi con pettorali in oro in quanto le religioni idolatriche ne attribuiscono un valore di forza e ricchezza. In Europa i primi popoli ad utilizzare l’oro sono gli Etruschi che insieme ai Greci, loro intermediari con il mondo mediorientale, danno vita ad una interessante scuola orafa che ancor oggi influenza notevolmente alcuni stili di gioielli. Tuttavia dopo la caduta dell’impero Romano l’uso dell’oro come metallo per realizzare gioielli viene a scomparire per tutto il medioevo per rinascere alla corte dei Medici durante il periodo rinascimentale visto come culmine dell’espressione artistica del 1400. Tuttavia il periodo di massimo fulgore per l’espansione del gioiello arriva con la rivoluzione industriale dell ‘800 sia in Francia che in Inghilterra in quanto vengono realizzate nuove tecniche di lavoro che abbassano i costi di produzione e li rendono più appetibili alle persone, ma anche perché nasce la nuova borghesia che vede nel gioiello un nuovo status sociale. Verso la fine del 1800 in Italia cominciano a svilupparsi piccole aziende che si trasformano da artigiani orafi a produttori qualificati per arrivare ai giorni nostri in cui la maggior parte dei gioielli prodotti, sono realizzati in Italia mantenendo elevati standard qualitativi che riprendono le migliori tradizioni orafe rinascimentali.La rivoluzione francese e quella industriale dell'Ottocento portarono in Europa un benessere generale. Nella società si formano nuovi ceti borghesi e il gioiello diventa il vestito importante per questi nuovi gruppi sociali. Gli artigiani orafi sviluppano nuove tecniche per una produzione più vasta di orecchini e spille utilizzando piccole presse a pedale. Sia in Francia che in Inghilterra saranno realizzate le prime macchine per la produzione di catene in oro, mentre in Germania ed in Italia questo tipo di produzione avverrà solo due secoli dopo. L’Italia vanta primati nell’arte orafa: dal design alla produzione fino all’esportazione. La qualità, la tradizione e la professionalità di quest’antica arte, ha dato all’Italia il primato d’acquisto di gioielli in oro.


Colonizzazione:
Dal XIX secolo il colonialismo moderno si è volto allo sfruttamento delle risorse dei paesi colonizzati. La penetrazione coloniale nell’entroterra africano è avvenuta solitamente dopo spedizioni esplorative, che hanno dato idea delle risorse dei vasti territori. In seguito a ciò, le potenze europee decidono di impossessarsi dei territori africani per avere fonti di risorse prime, nonché avere importanti basi commerciali. Talora è importante anche l’idea di avere dominio su vasti territori dove poter inviare molti cittadini della madrepatria (che così si libera di una parte eccedente della propria numerosa popolazione). Inizia allora l’espansione coloniale, che raggiunge il suo apice nella seconda metà dell’Ottocento.